Colesterolo alto e cataratta: quale connessione?
Che avere il colesterolo alto faccia male, è fuori dubbio. Il colesterolo “imputato” di mettere a repentaglio la nostra salute, con conseguenze spiacevoli per il nostro sistema cardiocircolatorio, è il colesterolo LDL, ovvero quello che generalmente viene chiamato “cattivo”. Alcuni studi recenti hanno evidenziato che a correre dei rischi sarebbero anche i nostri occhi. Scopriamone il motivo.
Colesterolo e cataratta: una connessione non del tutto confermata
Uno studio condotto su un gruppo di volontari cinesi ha mostrato come avere il colesterolo LDL particolarmente alto sia un fattore di rischio per lo sviluppo della cataratta senile. Nello studio, condotto presso l’ospedale universitario di Shangai, sono stati coinvolti 219 soggetti aventi già sviluppato una cataratta senile e 218 soggetti di controllo. I due gruppi non mostravano differenze per età e genere, mentre invece ne mostravano in fatto di abitudini alimentari, indice di massa corporea e pressione sanguigna. Lo studio ha mostrato come i livelli di trigliceridi, colesterolo LDL e colesterolo HDL fossero significativamente più alti nei soggetti con cataratta. Tuttavia, anche se la correlazione tra colesterolo alto e cataratta è emersa, non è certo che il primo rappresenti un fattore di rischio per la seconda: un argomento ampiamente dibattuto, che non ha ancora trovato una risposta né una prova scientifica certa. A conclusione dello studio, gli autori suggeriscono che sia comunque fondamentale tenere sotto controllo le abitudini alimentari ed i valori del sangue della popolazione, al fine di evitare spiacevoli conseguenze che potrebbero, forse, ripercuotersi anche sulla vista.
Fonte: BMJ Journals
E che dire delle statine?
Non è infrequente assumere statine per tenere a bada il colesterolo: eppure, un recente studio pubblicato su Jama Ophtalmology ha evidenziato come questi farmaci abbiano potenzialmente un effetto negativo sulla vista, con particolare riferimento ad un aumento del rischio di sviluppare la cataratta senile. La ricerca ha preso in esame 6972 coppie di soggetti formate da una persona che assume statine ed una che non le assume, concludendo che chi assume i farmaci anticolesterolo ha un 9% in più di possibilità di andare incontro a cataratta. Anche in questo caso, non tutti gli studiosi concordano sul fatto che vi sia una reale connessione tra l’uso di statine e l’insorgenza della cataratta.
Fonte: Jama Ophtalmology
Cataratta: alla ricerca delle sue cause
Anche se gli studi sopra citati danno adito a dubbi e perplessità e non convincono in toto la comunità scientifica, è fondamentale mettere a punto degli studi che vadano alla ricerca delle cause dell’insorgenza della cataratta in alcuni soggetti piuttosto che in altri, per il forte impatto che essa ha sulle popolazioni di gran parte del mondo, dove la popolazione anziana è in costante aumento e dove un aumento di casi di cataratta porta ad un incremento dei costi assistenziali e ad una riduzione drastica degli anziani indipendenti dal punto di vista motorio e, a lungo andare, anche cognitivo.
Intervento per la rimozione della cataratta
E non solo: se da un lato è fondamentale ricercare le cause della cataratta, dall’altro è importante informare la popolazione circa la possibilità , oggi, di sottoporsi all’intervento per la rimozione della cataratta. L’intervento per la rimozione della cataratta prevede la sostituzione del cristallino ed offre innumerevoli vantaggi, consentendo di affrontare la terza età con serenità e soprattutto in autonomia. L’intervento per la rimozione della cataratta consiste nella nella sostituzione del cristallino, la lente naturale dell’occhio, che con il passare del tempo tende ad opacizzarsi. L’opacizzazione del cristallino porta con sé una serie di sintomi spiacevoli, come la visione appannata e fuori fuoco e la percezione dei colori meno vividi di un tempo. Talvolta la cataratta viene confusa con altre patologie oculari e si pensa semplicemente di essere soggetti ad un calo della vista. Una visita accurata potrà accertare l’eventuale presenza della patologia, e consentire di pianificare se necessario l’intervento di rimozione della cataratta.